Malattie delle arterie, prevenzione prima cura e in assenza di fattori di rischio, visita di controllo a 60 anni per gli uomini, 65 per le donne. Per i casi chirurgici, in aiuto le nuove tecniche endovascolari.

In tre giorni, un paziente sofferente di aneurisma dell’aorta addominale può essere ricondotto alla vita normale. Consigliabile affidarsi alle cure in centri che applicano entrambe le metodiche, tradizionali e innovative. Se ne è parlato a Vip Congress 2018, il forum organizzato a Padova dalla Clinica di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare, hub del Veneto per le patologie vascolari.

La quarta edizione del VIP (Vascular International Padova) Congress si è appena conclusa al centro Altinate San Gaetano a Padova, ma già Franco Grego, direttore della Clinica Vascolare ed Endovascolare dell’azienda ospedaliera di Padova,pensa alla seconda fase del progetto che ha portato dal 2012 nella città del Santo i più importanti chirurghi vascolari al mondo a condividere le loro conoscenze ed esperienze. Nel 2020, infatti, l’obiettivo sarà quello di incontrare le società scientifiche del settore, partendo dalla Società Europea di Chirurgia Cardiovascolare (ESCVS), del cui comitato esecutivo Grego fa parte.

Prima cura la prevenzione, poi subentra la chirurgia, sempre più innovativa. Nella tre giorni congressuale si è messo a fuoco l’innovazione raggiunta nel settore della chirurgia vascolare, che cura le complicanze dell’aterosclerosiprima causa di morte nei Paesi sviluppati. “Per indirizzare verso la benignità l’evoluzione della malattia, che colpisce soprattutto in età avanzata ma che non lascia indenni anche tanti cinquantenni, serve intervenire con metodiche giuste al momento giusto“, spiega Grego. Fondamentali a questo proposito l’educazione alla prevenzione, improntata all’adozione di uno stile di vita corretto – niente fumo, più movimento e un regime dietetico attento – e, in caso di assenza di fattori di rischio, quali ipertensione, fumo, diabete, ipercolesterolemia, fattori genetici (familiarità), può bastare una visita clinica di controllo a 60 anni per gli uomini, a 65 per le donne. Nei casi peggiori, subentra la chirurgia, quella tradizionale “aperta”, che corregge  l’aneurisma sostituendo il tratto aortico malato con una protesi sintetica o quella endovascolare, che previene la rottura dell’aneurisma attraverso l’inserimento di un’endoprotesi.

Nella clinica di Padova, effettuato circa 1/3 degli interventi in Veneto. Grazie all’applicazione delle nuove tecnologie endovascolari, oggi si possono curare in modo meno invasivo pazienti ritenuti sino a pochi anni fa intrattabili e ridurre i loro tempi di degenza. A parità di letti e sale operatorie disponibili, dal 2016 sono stati effettuati a Padova il 20 per cento in più di interventi chirurgici, per un totale di 1.200. Il campo in cui è stato più evidente questo incremento, numerico e di complessità, riguarda gli aneurismi dell’aorta toracica, toraco-addominale e addominale. “Un paziente affetto da aneurisma dell’aorta addominale o toracico non complesso, può essere ricondotto alla sua normale vita in tre giorni“, aggiunge Grego. Che consiglia di affidarsi a centri di Chirurgia Vascolare che applicano entrambe le metodiche, chirurgia aperta ed endovascolare, in cui il chirurgo può scegliere il trattamento più opportuno senza dover spingere per una metodica o l’altra solamente per il fatto che l’offerta sia limitata ad una sola delle due, in modo da ricevere la cura più adatta al proprio caso.

(Gaiares comunicazione)