Qualità percepita del vino? Dipende anche dal paesaggio

I viticoltori creano luoghi di valore, ma la biodiversità resta prioritaria per l’equilibrio ambientale e per il forte potere suggestivo che il paesaggio di un’area viticola evoca nel consumatore. A dirlo, Diego Tomasi, direttore del Crea-Vit di Conegliano (Tv), al convegno Il Valore della Ricerca organizzato da Cantina Valpolicella Negrar.

I viticoltori? Dei paesaggisti, anche se inconsapevoli. Ed il vino, indagini alla mano, è percepito più di qualità se prodotto in un’area viticola pregevole anche dal punto di vista paesaggistico“. A dirlo, è stato Diego Tomasi, direttore del Crea-Vit di Conegliano (TV), relatore al convegno “Il Valore della Ricerca” organizzato lo scorso 30 ottobre da Cantina Valpolicella Negrar in occasione della premiazione della XVIII edizione del concorso “Vivi la Valpolicella”. Il concorso, sostenuto dalla Cantina insieme a Valpolicella Benaco Banca, è stato creato dall’associazione Vivi la Valpolicella con l’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere e la Federazione Italiana Dottori in Agraria e Forestali di Verona, con l’obiettivo di premiare il lavoro di giovani ricercatori svolto in ambito vitivinicolo ed economico.

I premiati. A vincere l’edizione 2014/15 del concorso sono stati: per l’area Viticoltura, Università di Verona, tesi di Dennis Borchia sul lavaggio delle uve, lavoro iniziato dal professor Roberto Ferrarini, scomparso prematuramente; per l’area Enologia, Università di Udine, tesi di Elio Boscaini sulla valutazione agronomica ed enologica di alcuni vitigni resistenti a peronospora e oidio nel Veronese; per l’area Economica, Università di Trento, tesi di Francesco Zardini sul paesaggio della Valpolicella e della Lessinia. Le tesi toccano temi d’attualità – la salubrità delle uve e dei vini, la salvaguardia del paesaggio, la riduzione degli  antiparassitari per difendere salute, ambiente e costi aziendali -, argomenti che sono stati ripresi nel corso del convegno, molto partecipato, che ha preceduto la premiazione.